venerdì 30 giugno 2023

ORTA NOVA TEATRO

 Gli anni duemila si erano aperti con dei buoni auspici per la comunità ortese, o meglio, per quella parte di comunità sempre pronta, interessata e attenta a tutto ciò che di culturale, di aggregante e formativo si produceva qui ad Orta Nova. Era un periodo nel quale, grazie a persone illuminate e con spirito di iniziativa, si progettava e si proponeva anche teatro, con svariate rappresentazioni che hanno avuto un ampio seguito tra la cittadinanza, forti del fatto che si poteva scegliere tra diverse location dove svolgere gli spettacoli, ad iniziare dal nostro cine-teatro Cicolella. La Compagnia Teatrale “Maria Valtorta” era una delle più attive, sotto l’attenta e diligente regia della compianta professoressa Margherita Pasquariello, vera deus ex machina del panorama culturale ortese, il peso della cui mancanza oggi si avverte in maniera netta. Fondata nel 1981 dalla stessa professoressa, inizialmente la Compagnia si è cimentata in rappresentazioni di carattere religioso, tra cui il “Poema dell’Uomo di Dio”, della mistica Maria Valtorta, dalla quale la denominazione della compagnia. Dopo fasi alterne, negli anni duemila c’è l’approccio col mondo della commedia, specie quella di marca partenopea. Tra le opere rappresentate, con un ottimo seguito di pubblico, “Le tre pecore viziose” di Eduardo Scarpetta e la celeberrima “Miseria e Nobiltà”, sempre di  Scarpetta.

 Un discorso a parte merita invece la rappresentazione di “Amorê e Guerrê”, opera scritta da Margherita Pasquariello e recitata in dialetto ortese. Si tratta di uno spaccato di vita ortese degli anni ‘30 e ‘40, prima e durante la Seconda Guerra Mondiale.




Interessante fu il laboratorio teatrale istituito tra gli studenti del quinto anno dell’istituto tecnico commerciale “A.Olivetti”. La rappresentazione messa in scena nel lontano 2007  fu tratta da un' opera del commediografo napoletano Oreste De Santis, dal titolo “Io, Alfredo e Valentina”, con la regia e supervisione del professor Alfredo Coppola. Commedia degli equivoci, delle nevrosi e delle manie della società moderna, dal ritmo serrato e divertente.

Altro esperimento pienamente riuscito riguardò la compagnia formata dagli studenti dell’allora Liceo Classico “N. Zingarelli”, sezione staccata del Liceo di Cerignola e successivamente accorpata al polo liceale “A. Olivetti” di Orta Nova. Nel 2008 hanno portato in scena la commedia “Terapia di Gruppo”, del commediografo americano Cristopher Durangun, da cui, nel 1987, fu tratto un film di successo del regista Robert Altman. Una parodia surreale e grottesca, quasi irriverente, sul mondo della psicoanalisi. Testo non facile, complesso e articolato, ma portato in scena in maniera brillante dai nostri ragazzi del Liceo.


INTERVISTA REALIZZATA NEL FEBBRAIO 2006 ALLA PROFESSORESSA MARGHERITA PASQUARIELLO.



 Come è nata l’idea di formare una compagnia teatrale?

Lo scopo è stato quello di creare interesse culturale, amore per l’arte e divulgare valori positivi e costruttivi, specie tra i giovani. In un piccolo centro le opportunità   sono scarse, quindi il più delle volte si devono creare, con la volontà e l’iniziativa.             

In un territorio come il nostro, in cui non esiste una vera e propria tradizione teatrale, pensi che l’operato della compagnia sia facilmente recepito?

Il riscontro è stato immediato e positivo. Noi stessi siamo stati contagiati dall’entusiasmo del pubblico che veniva ad assistere alle nostre rappresentazioni e questo ci ha dato molto coraggio.

La forma teatrale napoletana e dialettale in generale sono molto rappresentate, sia a Foggia che in provincia. Ritieni opportuno percorrere in futuro strade più “impegnate” e complesse?

I consensi del pubblico sono stati accolti con grande favore dagli attori della compagnia, ma l’eccessivo entusiasmo a volte può giocare brutti scherzi. La volontà di confrontarsi con un teatro diverso e articolato esiste, ma presuppone maggiore esperienza e una buona conoscenza dell’arte teatrale, nonché la capacità di saper trasmettere la passione e le sensazioni che la difficile arte teatrale comporta. Il teatro è il rapporto diretto e corporeo col pubblico e la strada che si deve percorrere è molto difficoltosa, perciò deve essere graduale.

Dopo i numerosi consensi ottenuti con “Miseria e Nobiltà” cosa avete in progetto?

In particolare una commedia in dialetto ortese, ambientata negli anni ‘30 / ‘40 e c’è un’idea di rappresentare il culto della Madonna dell’Altomare, con protagonista la figura mistica di Marietta.

Vantaggi e svantaggi dello svolgere l’attività teatrale in un centro di provincia.

L’aspetto affascinante è quello di sentirsi come dei pionieri ed esploratori di un territorio sconosciuto, una scommessa (per ora vinta), nel fatto di suscitare divertimento ed entusiasmo. Molti ortesi si sentono orgogliosi di vedere una compagnia teatrale della città. I disagi sono quelli comuni a quasi tutte le compagnie: creare un clima disteso e armonioso tra i componenti. La vera nota dolente sono le strutture che sono carenti. Siamo costretti a gravosi sforzi economici per poter usufruire del Cine teatro, con l’immobilismo delle istituzioni, sia nel creare nuovi spazi, che nel promuovere e sostenere questo tipo di iniziative.

 

 

 

 

 

 



mercoledì 7 giugno 2023

BUON COMPLEANNO

 Nel lontano 2006, scrivendo per L’Ortese ebbi modo di realizzare questa intervista con Mimmo Aghilar, il fondatore di Radio Orta Nova A1. Erano passati trent’anni dalla sua prima trasmissione e volevamo celebrare quell’evento con un articolo sul mensile cittadino. Ma quella fu più di una semplice intervista: l’occasione per ripercorrere e di ricordare trenta anni di storia ortese era troppo ghiotta. Una vena di nostalgia, mista a malinconia accompagnò quell’incontro, la consapevolezza di come la vita e la gioventù fossero cambiate ad Orta Nova. Prima dell’intervista vera e propria chiesi se nei tempi che stavamo vivendo ci fossero le condizioni per ripetere quella straordinaria avventura, ma la sua smorfia accompagnata dal suo silenzio erano una risposta più che esaustiva!

Certo che, in una società disgregata, qualsiasi iniziativa culturale o associativa risultano di difficile realizzazione e, pensando a quello che è stato, a quello che la nostra città, nel suo piccolo, ha prodotto nel passato, fa ancora più male. Oggi mancano tre anni al cinquantesimo compleanno di quella fondazione e questa testimonianza spero che attiri l’interesse di quelle persone che hanno voglia di conoscere e di capire un passato ricco e stimolante, nonostante la differenza di condizioni di vita e di agi rispetto ai tempi attuali. Inoltre, mi piacerebbe ricordare e dedicare questo articolo a tutti gli speakers che si sono alternati dietro la consolle di Radio Orta Nova A1.(la maggior parte dei quali amici), immaginando di ritornare, come tanti anni fa, nella sede della radio, nell’attico dell’ottavo piano del palazzo di via Matteotti, di sera molto tardi, con le luci di Orta Nova sotto di noi, nel silenzio di una sigaretta e solo con un disco che sta andando in onda e che tiene compagnia gli ascoltatori della notte.


D – COSA TI SPINSE TRENT’ANNI FA A FONDARE UNA EMITTENTE RADIOFONICA QUI AD ORTA NOVA.

R – ricordo che fu un gruppo di giovani a trascinarmi in questa avventura, in cui, oltre all’entusiasmo, occorrevano dei capitali per l’installazione. Inoltre era arrivato il momento di dare un segnale forte alla comunità ortese, ancora troppo chiusa e stagnante culturalmente.

D – LE COSE SONO ANDATE COME TU SPERAVI ?

R – in massima parte si. Ci eravamo preposti di portare il nome di Orta Nova a tutta la regione e anche oltre, visto che a un certo punto la nostra emittente si poteva ricevere anche nelle zone confinanti di Molise, Basilicata e Campania. Poi la Radio è stata per moltissimi giovani una grande famiglia, perché creava appartenenza.

D – COME E’ MUTATO IL MODO DI FARE E GESTIRE LA RADIO NEL CORSO DI TRENT’ANNI ?

R – tutto è iniziato come un gioco, una passione e un interesse comune a un gruppo di giovani. Alla metà degli anni ’70 c’erano le condizioni favorevoli perché il tutto si svolgesse in maniera lineare, libera, leggera. Col passare degli anni  sono subentrati  molti vincoli, leggi, regolamenti, obblighi, che di fatto hanno costituito un forte ostacolo. La gestione si faceva via via sempre più onerosa e le piccole emittenti come la nostra sono andate in sofferenza.

D – IL PERIODO MAGGIORMENTE POSITIVO E QUELLO NEGATIVO DI TUTTA LA GESTIONE.

R – il periodo in assoluto più bello e stimolante è stato quello successivo alla fondazione dell’emittente. Per più di dieci anni, fino a più della metà degli anni ottanta, la crescita è stata sbalorditiva: c’erano gli ascolti, le entrate pubblicitarie, l’alto gradimento. La nostra Radio organizzava molte serate, nelle sale ricevimento, in compagnia dei dj del nostro staff e organizzava anche il celeberrimo Festival della Piana, per voci nuove (antenato dei talent show attuali) in occasione della festa patronale. Il periodo negativo è iniziato alla fine degli anni ottanta, quando iniziarono a calare gli ascolti, mentre i costi di gestione si facevano sempre più proibitivi.

Un aneddoto particolare, che mi piace ricordare, è legato all’organizzazione di una mostra pittorica a cura dalla nostra redazione, mostra che fu menzionata su un settimanale di tiratura nazionale ed ebbe un servizio durante un programma della Rai !

D – PER CONCLUDERE, QUALI SONO I TUOI GUSTI MUSICALI ? COME E’ CAMBIATA LA MUSICA IN QUESTI TRENT’ANNI ?

R – i miei gusti personali restano legati a periodi che vanno dagli anni ’50 ai ’60. I miei preferiti sono Paul Anka, Neil Sedaka, Elvis Presley, Louis Armstrong, mentre tra gli italiani adoro Nico Fidenco, Gino Paoli, Mina e Gianni Morandi. La musica ha vissuto periodi molto fertili, specie nei settanta e tutti gli anni ottanta. Ultimamente ho notato una tendenza alla riscoperta di suoni del passato.