Sandinista! venne pubblicato il 12 dicembre del 1980, e pur
essendo gli echi del punk oramai remoti, il disco, nel coraggio e nell’atipicità del
lavoro, esalta comunque la forza, lo spirito e la creatività dei Clash, band
rock inglese, tra i maggiori fautori del punk, genere in cui, insieme ai Sex
Pistols, ha giocato un ruolo fondamentale. Per questa ragione, all’uscita di
questo triplo LP, molti seguaci della band non riuscirono a mascherare il
proprio disappunto, pur essendo consapevoli che il punk stava lentamente
esaurendo la propria spinta rivoluzionaria. Tuttavia, come si scoprirà
successivamente, l’onda lunga di questo "dissacrante" ed anomalo genere musicale, era destinata ad
investire in pieno le più importanti produzioni rock e new wave degli anni ’80,
che stavano di li per cominciare.
Sandinista ! è una gigantesca opera
epocale, partorita da un gruppo di oramai reduci del punk, il disco più
coraggioso e complesso della loro carriera, un'enorme brulicare di idee, spunti
creativi, invenzioni. Appare evidente che i quattro musicisti inglesi, il progetto dovevano averlo già da tempo nello loro teste, una bozza disordinata e
confusa, quella stessa “confusione” che troveremo all’interno del triplo album,
un colorato ed eccellente miscuglio di sperimentazioni, provocazioni, generi
musicali, composizioni, genialmente assemblate da Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon. È da sottolineare come i Clash, nella loro
apparente trasandatezza, possedevano invece una discreta tecnica strumentale,
fattore che li contraddistinse dalla maggior parte dei gruppi punk di fine ’70.
In effetti, uno degli elementi fondanti e di “rottura” della filosofia punk
risiedeva nel concetto che tutti potessero suonare uno strumento, al di la
delle conoscenze tecniche e musicali, basta che si aveva qualcosa da dire!
Il titolo dell’ album prende spunto
dall'organizzazione dei guerriglieri rivoluzionari del Nicaragua, i sandinisti appunto, che l'anno precedente avevano destituito il presidente in
carica, molto “amico” degli americani
della CIA, Anastasio Somoza Debayle. Successivamente i Clash dichiararono che l'ispirazione per
il titolo venne loro data in seguito all’assurdo provvedimento di censura,
attuato dall'allora premier, Margaret Thatcher, di proibire in patria addirittura l'uso della
parola “sandinista" ritenuta troppo sovversiva!!!
Dare una connotazione stilistica e di genere a
questo album è impresa ardua, in quanto i trentasei brani contenuti in esso
spaziano tra vari generi musicali, a volte molto diversi tra loro: funk-rock, reggae, dub, shuffle, ballate malinconiche,
soul, jazz, musica caraibica, rock n’roll e, come se non bastasse, questi
generi, in alcuni brani, si contaminano a vicenda!
Probabilmente, a ben pensare, una
cifra stilistica esiste, ed è quella dei temi trattati nei testi, tipici dello
stile Clash, ovvero la politica, la denuncia, le questioni sociali, la
situazione nelle diverse zone “calde” del globo (parliamo del 1980 e giù di li!). Gli argomenti sono così tanti che
offrono a Strummer & C. l'occasione per srotolarci sotto gli occhi
un'infinità di problematiche personali e sociali, consacrandone lo status di
band impegnata per eccellenza del post-punk.
Si passa infatti dal sistema della società inglese, giudicato eccessivamente gerarchico ed "ottocentesco", su cui Jones spara sempre con
un certo compiacimento, alla guerra in Vietnam; dalla guerriglia sandinista alle
barricate londinesi di fine anni '70; dalle discriminazioni razziali del
Sudafrica, fino alla guerra fredda; da ogni forma di integralismo religioso,
fautore di conflittuali e pericolose contrapposizioni, all’imperialismo sovietico
in Asia, e quello statunitense in Sudamerica, a sostegno delle numerose e
feroci dittature. Il potere politico è l’obiettivo privilegiato contro cui i
quattro musicisti inglesi si scagliano, il potere che con le sue innumerevoli
zone d’ombra e con la gestione egoistica ed interessata, provoca emarginazione e diseguaglianze. Per
concludere con il packaging del disco, con una foto in bianco e nero che
campeggia in copertina, che ritrae i quattro componenti la band ritratti nei
bassifondi londinesi, immagine a cui i Clash hanno voluto dare una parvenza
emaciata,” vissuta”, grafica ripresa anche all’interno, con fogli fintamente invecchiati, sui
quali sono abbozzati in maniera casuale e scarabocchiata, sia i testi in lingua madre, che annotazioni e fumetti.
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