Settembre, quando oramai l’estate inizia
a diventare un piacevole ricordo, è il momento “sacro” dei bilanci, per tutte
quelle che, vere o presunte, sono state le attività culturali e ricreative
svoltasi nei tre mesi estivi. Tempo fa, leggendo un post pubblicato su FB,
notavo che qualcuno si è “divertito” a stilare una classifica dei migliori
cartelloni estivi dei 5 Reali Siti, secondo la quale Orta Nova occupava la
penultima posizione, meglio solo di Carapelle. Gioco a parte, ritengo che il
“caso” di Orta Nova meriti analisi a sé, in quanto da anni, diversi e attenti
cittadini si chiedono il motivo per il quale, un centro di circa diciottomila
anime, non sia in grado di proporre un’offerta culturale e ricreativa degna di
tale nome, che sia all’altezza della
propria tradizione e dei bisogni dei propri cittadini. Il panorama degli eventi
estivi della provincia di Foggia, come al solito vede mettersi in luce
soprattutto i piccolissimi centri montani del Sub Appennino, quelli garganici, oltre
a Stornara e Stornarella (per non andare tanto lontano), con proposte davvero
interessanti e di buon livello. Nella nostra amata città invece le estati sono
sempre più avare di appuntamenti, e, nei rari casi ce ne fossero, qualsiasi
tentativo risente del pressapochismo di organizzatori improvvisati, della
mancanza di nuove e valide idee e di una progettualità efficace. Spesso si
lascia l’organizzazione di eventi in mano a persone non in grado di percepire
il valore e la portata che una interessante iniziativa potrebbe contribuire alla crescita di
una comunità intera. Oppure, nella migliore delle ipotesi, le poche serate che
vengono spese in piazza sono di carattere commerciale e pubblicitario, tipo
saggi e dimostrazioni varie, con i limiti che questo comporta! Uno dei tanti risultati
di questa situazione di puro lassismo sta nel fatto, ad esempio,
che molti eventi hanno avuto solo una “prima edizione”, al massimo seconda, per
poi precipitare nel disinteresse collettivo. Sono dell'opinione che le amministrazioni pubbliche non
si devono sottrarre o limitarsi a “patrocinare” questa o quella serata,
credendo così di fare la propria parte: non è sufficiente per varie ragioni,
prima delle quali quella di non poter imprimere e dettare la propria linea e la
propria politica culturale! Questa è una inconfutabile prova di come Orta
Nova, tranne rarissime eccezioni, non abbia mai avuto, tra chi gestisce la
sfera culturale, delle persone veramente all’altezza.
Per rivestire determinati ruoli, penso che bisogna possedere un discreto bagaglio
di conoscenze, una vera consapevolezza dell’ambito in cui si va ad operare, in
modo che, quello che si sceglie di proporre, abbia realmente uno spessore “didattico” e
culturale (nel senso più ampio e meno provinciale del termine), consci degli
obiettivi che si intendono raggiungere.
Il limite però sta proprio in questo: la politica. Nella nostra città chi
opera in politica a quanto pare è incapace ad affrontare le criticità di cui la
comunità soffre, e ancora più incapace a venire incontro alle esigenze e alle
necessità (anche secondarie) di una utenza molto variegata. Il fallimento sta
proprio in questo ed è assolutamente fuori dubbio. Questa analisi, purtroppo, non è solo
limitata all’ ambito dell’offerta culturale, ma investe tutti i settori della “cosa”
pubblica, anche quelli primari, anche se ritengo che ad Orta Nova quella
culturale e civica è oramai una vera e propria emergenza!
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