Conversazione
e scambi con l’autore
Il volume scritto dal nostro amico Savino non vuole
essere solo un compendio di meravigliose storie e situazioni del passato della
nostra città (che è fondamentale non dimenticare, ma che vengano sempre tenute
in vita e in memoria) ma è soprattutto l’esercizio dei ricordi e di quel tanto
di nostalgia, sentimento questo sempre visto con sospetto, ma che può avere risvolti
catartici e rigeneranti. Il conoscerne il passato, la storia e lo sviluppo,
aiuta a guardare la nostra città con occhi diversi, a rispettarne ogni suo
aspetto, a costruire qualcosa di nuovo, a migliorare quello che già esiste,
oltre che a guardare il nostro prossimo con occhi diversi, quello stesso
prossimo che condivide con noi il destino di Orta Nova.
Questa città ha già subìto molti scempi e
ogniqualvolta una vecchia costruzione viene demolita, per far posto il più
delle volte a qualcosa di “mostruosamente” più efficiente (questa è la
giustificazione) un pezzo della nostra storia viene perso per sempre. Oggi si è
educati a “guardare” solo avanti, a considerare vecchio qualcosa che non fa più
moda, utilità, tendenza, perché quello che è stato prima diventa necessariamente
inutile, fuori tempo e da buttare.
“…gli
antichi non capivano niente, non posseggono quello che abbiamo noi, erano
contadini creduloni e superstiziosi, sempliciotti e ignoranti, ma come facevano
a campare ?!” Quante volte abbiamo ascoltato discorsi
di questo genere? Le vecchie case di
Orta Nova, quelle del centro storico, basse, piccole e non tanto luminose,
erano realizzate con le cruste: muri
perimetrali spessi quasi un metro. Praticamente calde d’inverno (bastava ‘u vracijre) e fresche d’estate. Oggi
viviamo nelle scatole di cemento e mattoni bucati: d’estate condizionatori per
ogni stanza e inverno doppi infissi e termosifoni a palla! Le meravigliose
strade con i relativi marciapiedi del centro storico erano pavimentate in
pietra lavica e pietra bianca. Praticamente molto fresche, anche con le
temperature a più di 40° e molto più igieniche. Avete provato a toccare
l’asfalto in pieno agosto alle tre di pomeriggio ?!! E quel calore che si
sprigiona dove va a finire ?!!
Quindi, chi è che non ha capito niente ??!!
Savino con la sua opera antropologica, oltre a far conoscere
come è stata l’umanità ortese in due secoli e mezzo di esistenza, ci vuole
allenare alla pratica dei ricordi come patrimonio comune, ci vuole spingere ad
impossessarci della nostra storia, affinché partendo da questa riusciamo meglio
a ricostruire la nostra identità, la comunità e un futuro migliori. Il suo
volume ci dice che la storia ortese non è caratterizzata da grandi ed eclatanti
avvenimenti, ma è fatta di vita quotidiana, tanto semplice quanto affascinante,
di conquiste, a volte di sopravvivenza, ma ci parla anche di personaggi che in
qualsiasi altra parte d’Italia avrebbero una considerazione maggiore, mentre
qui sono stati per molto tempo vergognosamente ignorati (vedi il dottor Campese
e il grandissimo atleta Michele Fanelli).
E’ la storia del popolo. Umile, silenzioso, capace di
costruire grandi cose, di realizzare un avvenire per i loro posteri.
ORTA NOVA, 28 marzo 2023, ore 18:00
In un bar cittadino, riservato incontro con l’autore:
…considerando che questo è uno spazio incentrato
soprattutto sui ricordi di vicende del passato, incentivato da una buona dose
di nostalgia….
D
– un libro sui ricordi di un mondo che non esiste più. Quanto importanti sono
questi?
Nel mio caso, ho voluto realizzare un’opera che portasse a conoscenza delle giovani generazioni fatti e vicende di un’Orta Nova che non esiste più, ma che potrebbe aiutare ad appropriarsi della storia e dell’identità culturale della nostra comunità, perché non tutti la conoscono. E’ importante costruire un senso civico e di appartenenza in questa città.
C’è un qualcosa di nostalgico in queste pagine?
Credo di si, soprattutto da parte di chi quel mondo lo
ha vissuto, anche marginalmente. Ma è naturale che ciò avvenga. Ricordare, e a
volte sospirare, con atteggiamento romantico il passato non lo ritengo affatto
negativo.
I
ricordi come possono incidere sul presente?
Leggendo il libro molti lettori vengono virtualmente
condotti nei periodi descritti, magari in compagnia dei tanti personaggi e
personalità che hanno vissuto la vita ortese tanto tempo prima di noi.
L’intenzione è quella di far percepire a chi legge lo spirito e la vitalità dei
nostri antenati, la cultura contadina che ci ha sempre caratterizzati, che
vengono condensate in un'unica parola: solidarietà. I tempi passati che la
nostra città ha attraversato non sono stati sempre positivi, anzi… quindi la
cultura del mutuo soccorso e del buon vicinato hanno sempre aiutato alla
sopravvivenza e al superamento di difficoltà più o meno gravi, che in tempi
remoti non mancavano mai.
Leggendo il libro, che suggerimento potrebbe ricavare un amministratore politico della nostra città?
Spero quello della salvaguardia della storia e del
tessuto urbano del centro storico. L’attenzione per una struttura spesso
fragile qual è la parte originaria della città è fondamentale se vogliamo
conservare un minimo di identità. Proteggerla dal trascorrere tempo e spesso
dalle “attenzioni” non proprio “poetiche” di operazioni deturpanti e
speculative. Ma è auspicabile anche un arricchimento per valorizzare al meglio
quel poco di storico che ci rimane, con arredi e soluzioni consone.
Come
ti immagini Orta Nova fra cinquanta o cento anni?
Con il mondo che cambia in maniera rapida e continua,
a volte precipitosa e confusionaria, la previsione è quanto di più difficile da
fare. Spero almeno che i nostri discendenti trovino la piazza e le vie centrali
così come le stiamo vedendo noi. Riguardo alla società è tutto in divenire. E
tutto così imprevedibile. Spero che qualcuno conservi e sfoglierà ancora questo
libro!
PER APPROFONDIRE ARGOMENTI RIGUARDANTI ORTA NOVA E LA SUA STORIA:
https://ortanovaculturacontemporanea.blogspot.com/2021/03/gli-ipogei-di-orta-nova.html
https://ortanovaculturacontemporanea.blogspot.com/2013/10/vico-lungo-la-meta.html
https://ortanovaculturacontemporanea.blogspot.com/2013/03/al-capezzale-dello-struscio-che-fu.html
https://ortanovaculturacontemporanea.blogspot.com/2014/12/orta-nova-ieri-e-oggi.html
https://ortanovaculturacontemporanea.blogspot.com/2018/04/tratturo-incoronata.html
Nessun commento:
Posta un commento