domenica 13 maggio 2018

THRILLER - Michael Jackson





Il 30 novembre 1982  un giovanissimo Michael Jackson presentava al mondo "Thriller", il suo sesto album realizzato in studio. Quello che doveva essere il semplice lancio di un comunissimo album, di li a pochi mesi si trasformò in un evento epocale, che non ha mai avuto più eguali nel mondo della musica leggera! A produrlo fu Quincy Jones, musicista e abile produttore musicale, che fece di Michael Jackson il futuro re del pop. L'ex voce dei Jackson Five in breve tempo fu catapultato sotto i riflettori e il suo disco, a 40 anni dalla sua uscita, resta ancora il più venduto nella storia della musica mondiale, tant’è vero che  la rivista Rolling Stone lo ha inserito nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.  Nonostante "Thriller" sia uscito agli inizi degli anni ‘80 attualmente  resiste nella classifica Billboard 200 Chart: al suo debutto il disco fu al primo posto per 36 settimane e oggi mantiene saldamente la 126esima posizione!  Con otto Grammy vinti e un seguito ininterrotto di primati, l'opera di Michael Jackson è un cocktail che fonde il funk con il rhythm and blues, musica disco e influenze pop e rock. Si dice che abbia venduto qualcosa come 130 milioni di copie in tutto il mondo, dei quali più di 33 nella sola America (nel caso specifico di questo album, così come tanti altri album di artisti che l'hanno preceduto, e fino alla comparsa sul mercato della "musica invisibile", fra visualizzazioni e download, si parla di vendita effettiva e materiale di dischi in vinile o CD, quindi i dati sono ancora di più impressionanti, così come i milioni di dollari mossi). Mai visto e mai più si vedrà qualcosa di simile nella storia del pop. Un trionfo tale da risollevare completamente la crisi che aveva colpito il mercato musicale americano dopo la fine dell'epoca segnata dalla disco music. Come se non bastasse, dopo il 25 giugno 2009, data della tragica scomparsa dell'artista, il disco è tornato in vetta a tutte le classifiche mondiali, vendendo altri 2 milioni di  copie!   
Il 17 febbraio del 2017 l’album è stato ufficializzato dalla Recording Industry Association of America (RIAA) come vincitore di 33 dischi di platino nei soli Usa che, tradotto in termini numerici, equivale  a 33 milioni di copie vendute: un risultato mai raggiunto da nessun altro artista negli Stati Uniti. In totale, nel mondo, Thriller ha ricevuto 101 dischi di platino, 17 dischi di diamante, 8 dischi d'oro e 8 Grammy Awards, raggiungendo la posizione numero uno in oltre 20 Paesi, tra cui l'Italia.
Come ogni grande fenomeno, anche la storia di Thriller è accompagnata da tante curiosità, aneddoti e leggende metropolitane che a distanza di anni stuzzicano ancora l’interesse di fans e curiosi di ogni parte del mondo.
Così come Elvis Presley aveva traghettato il rythm & blues presso un pubblico bianco, Thriller ha portato il funk e il soul al di fuori delle classifiche riservate alla musica nera, rendendo il suo messaggio universale e abbattendo per la prima volta dei fastidiosi steccati culturali, allora molto solidi. Il fenomenale successo del disco ha dato il suo piccolo contributo all'eliminazione delle barriere razziali, ancora molto presenti in America. Stazioni radio tradizionalmente "bianche" iniziarono a passare alcuni brani dell’album, nonostante le proteste degli ascoltatori.  Basti pensare che Billie Jean è stato il primo video di un artista nero trasmesso da Mtv, che da quel 30 novembre iniziò a programmare il video di Jackson almeno una dozzina di volte al giorno ! L'eccezionalità di Thriller è che ogni brano è potenzialmente un singolo; ma l’altra sua grande peculiarità è l’apertura alla contaminazione tra stili diversi, la magica combinazione di generi musicali apparentemente lontani tra loro. Per ottenere questi risultati Jackson si è avvalso della collaborazione di validissimi musicisti, oltre che dell’eterno amico Paul Mc Cartney, quest’ultimo presente in particolare nel brano The girl is mine. La canzone, piaciona e non proprio originale, è perfetta per far breccia presso un  pubblico eterogeneo, ma le interpretazioni vocali di Jackson e di Paul McCartney (un duetto che sarà riproposto in Say Say Say dell’1983), e i loro buffi scambi verbali su una ragazza contesa, sono da antologia.

Billie Jean

Se c’è una canzone che rappresenta tutte le doti, le contraddizioni e la genialità di Michael Jackson, quella è Billie Jean. Il brano venne eseguito per la prima volta in pubblico il 25 marzo 1983 al Pasadena Civic Auditorium, in occasione dei 25 anni della storica etichetta Motown, la più importante casa discografica di musica nera americana. Durante l’evento Jackson eseguì per la prima volta il leggendario moonwalk, il passo della luna, vero segno distintivo nelle sue coreografie. Il giro di basso è uno dei più famosi di sempre, insieme a quello di Another one bites the dust dei Queen, Staying alive dei Bee Gees e Good times degli Chic. E poco importa se Billie Jean racconta di una travagliata relazione di Jackson con una fan-stalker, che sosteneva di essere stata messa incinta da luila cosa migliore, sembra suggerire il brano, è ballarci sopra !

Beat it


C’è chi lo definì “rock nero”, altri “dance metal”. Tutti sono concordi nel trovarlo un capolavoro, che ha aperto strade fino ad allora inimmaginabili per il pop. Sta di fatto che gli steccati tra rock bianco e musica nera sono definitivamente caduti grazie a Beat it, che rende riduttiva la definizione di Re del Pop per un artista che ha avuto influenze musicali eterogenee. Il riff di chitarra, unito all’indimenticabile assolo di Eddie Van Halen, rendono questo brano di Jackson il più amato dagli appassionati di rock. Oltre a Van Halen, la chitarra ritmica e il basso sono suonati da Steve Lukather dei Toto. Un’altra traccia dell’album, ossia Human Nature, fu opera di Steve Porcaro, tastierista, sempre dei magnifici Toto, che riuscì a comporre un gioiello di pura musicalità, dalle atmosfere magiche e rilassate, tanto da essere ripreso qualche anno dopo dalla geniale tromba di Miles Davis, con una cover memorabile.


Thriller
 La title track, che originariamente si sarebbe dovuta chiamare Midnight man o Starlight, suona epica e drammatica allo stesso tempo, sorretta da un basso persistente, da una solida chitarra funky e da spettrali tastiere. Se i brani dell’intero album hanno contribuito al grande successo di vendite per Michael Jackson, il lungo video l’ha fatto entrare nella leggenda!
Il cortometraggio è considerato una pietra miliare del ventesimo secolo, non solo in campo artistico, ma anche per ciò che riguarda la cultura pop occidentale. Il video della canzone, il più famoso e celebrato di sempre, è una vera e propria opera horror, pur se stemperata da una buona dose di ironia, della durata di quasi quattordici minuti e dai costi galattici per l’epoca.  Un dirigente della Sony era andato letteralmente su tutte le furie, rifiutandosi di concedere il budget di 900.000 dollari che Michael Jackson aveva richiesto per il video, facendo scendere la cifra a 500.000. Dopo il rifiuto di concedere il budget richiesto, Jackson ribattè: "Allora me lo finanzierò io!". Per bilanciare le spese, il cantante riuscì a vendere un documentario sul “dietro le quinte”, a Mtv per 250.000 $ e a Showtime per 300.000 $ !
Il plot del video è semplice, ma efficace: un giovane Michael, in un’ambientazione tipicamente Anni Cinquanta, si reca al cinema con la sua ragazza e, usciti dalla sala, le confessa di essere diverso dagli altri, ossia un lupo mannaro. Il cortometraggio gioca sapientemente tra immaginazione e realtà, attraversando varie epoche e diverse ambientazioni.
Per realizzare il film, alla regia fu chiamato John Landis, noto anche per aver girato film come “Blues Brothers”, “Una poltrona per due” e “un lupo mannaro americano a Londra” pellicola di cui Michael Jackson era letteralmente innamorato.
"Jackson mi disse che amava "Un lupo mannaro americano a Londra" e mi fece domande sulla metamorfosi da uomo a lupo - ha dichiarato Landis -. Era affascinato dagli effetti speciali creati nel film. In definitiva, voleva diventare un mostro".
Per il makeup fu ingaggiato Rick Baker, che nel suo curriculum poteva vantare un Oscar per il suo lavoro proprio ne "Un lupo mannaro americano a Londra". Il truccatore fa anche una comparsa nel video, impersonando lo zombie che esce dal mausoleo.
La ragazza con cui Michael Jackson si accompagna nel video si chiama Ola Ray e aveva posato su Playboy come Miss Giugno 1980.
Dopo la pubblicazione di "Thriller”, per una strana “coincidenza”, iniziò la lenta metamorfosi di Michael Jackson: il cantante iniziò a sottoporsi a interventi di chirurgia plastica sempre più evidenti, che lo porteranno, anni dopo, quasi a sfigurarsi e ad assumere un’espressione innaturale. Già dal volto riportato sulla copertina dell'album a quello che si vede nel video, i tratti somatici del cantante risultano visibilmente alterati.
Quando i Testimoni di Geova scoprirono che stava girando un video con zombie e lupi mannari, minacciarono di scomunicare il cantante perché stava violando le regole ferree del movimento. Venuto a conoscenza di questa possibilità, Jackson ordinò che il materiale video fosse distrutto, ma il produttore nascose la pellicola fino a quando l’artista non cambiò idea.
Dato gli argomenti trattati, Jackson fece aggiungere una prefazione all'inizio del video. L'artista fece apparire le seguenti parole: "Date le mie ferree convinzioni personali, desidero sottolineare che questo film non dimostra in nessun modo credenze nell'occulto". Ai tempi si considerò la dichiarazione come una prova del fatto che Jackson fosse un testimone di Geova.
Parte dell'ispirazione per il video deriva da uno scherzo subìto da Michael Jackson: quando era piccolo il padre si arrampicò in camera sua, sbucando dalla finestra con una maschera mostruosa e urlando, nel cuore della notte. Questo metodo spaventoso fu voluto per convincere il figlio a chiudere la finestra mentre dormiva, cosa ripetutagli troppe volte senza alcun risultato.

Il celebre bomber rosso indossato dal cantante, disegnato dalla stilista Deborah Nadoolman, è stato venduto all’asta per 1,8 milioni di dollari.
Il coreografo di “Thriller” è Michael Peters. Compare nel video di “Beat It”, vestito di bianco con gli occhiali da sole e i baffi. E’ superfluo ricordare che i passi e le coreografie del video sono diventati patrimonio universale per ogni ballerino che si voglia cimentare nella danza moderna.
L’indimenticabile e inquietante voce fuori campo è quella di Vincent Price, che Michael conosceva fin da piccolo. L’attore, dopo la realizzazione del video, preferì essere pagato con un più sicuro forfait di 20.000 dollari, anziché con una percentuale sulle vendite del disco!!!
Un “Thriller” da Guinness dei Primati: il 29 agosto 2009, a Città del Messico, un grandioso e spettacolare flash mob ha portato 13.597 persone a ballare insieme sulle note del celebre brano!
Il videoclip è una parodia dei film horror ma, dietro la facciata del puro intrattenimento, insinua domande tutt'altro che banali sull'identità, sulla diversità e sulla pirandelliana sovrapposizione tra finzione e realtà.
Nel 2008 Thriller è stato incluso nella Biblioteca del Congresso americano come "Tesoro Nazionale" e il disco si è piazzato al ventesimo posto nella classifica della rivista "Rolling Stone" sui 500 migliori album di tutti i tempi.
In conclusione, è impossibile cercare, tra i 9 brani di Thriller, una canzone trascurabile o poco ispirata. Si dice che la perfezione non appartenga a questo mondo, ma qui, almeno per quanto riguarda la musica, ci si è davvero avvicinati di molto!