martedì 24 giugno 2014

HERDONIA

Una fortuna abbandonata

Orazio, il famoso poeta latino, quando vi sostò nel 37 a.C., nel suo viaggio da Roma a Brindisi, rimase favorevolmente impressionato da questo oppidulum, come definisce la città nei suoi versi, e ne apprezzò la bontà del pane, il “migliore dell'impero”, la posizione splendida sulla pianura, ricca di pascoli e di distese di grano e il suo clima dolce e accogliente. 

Ciò che determinò, tra II e III secolo d.C., la fortuna di questo centro apulo, inizialmente assai piccolo, fu la costruzione della vita Traiana, nel 109 d.C., che proprio di qui passava e che qui avrà condotto chissà quanti mercanti, viandanti e pastori. I basoli del lastricato stradale recano i solchi, ancora ben visibili, dei carri che l’hanno percorsa. L'importante arteria costeggiava il foro cittadino, il fulcro della vita sociale, economica e religiosa della città, lo spazio attorno al quale si trovavano i principali edifici pubblici, come la basilica, e le botteghe in cui si potevano comprare merci di ogni tipo, e conduceva poi alle terme, laddove ci si dedicava al relax e al benessere del corpo e della mente.

  A pochi passi da Foggia, nel cuore della Capitanata, esiste un sito archeologico di straordinario interesse, che conserva i resti dell’antica città romana di HerdoniaL'antica Herdoniae torna alla luce in tempi tutto sommato recenti: è il novembre del 1962 quando una missione belga, guidata dall'archeologo Joseph Martens, dà inizio agli scavi. In trent'anni di campagne, rispetto all'intera superficie della città romana pari a circa 22 ettari, è stata indagata sistematicamente un'area di circa 4 ettari nella zona del foro e del centro cittadino. Mentre alcuni saggi complementari, per un'estensione di circa cinquemila metri quadri, sono stati effettuati in aree periferiche. Il lavoro condotto sull'area circostante alla città romana ha quindi permesso di analizzare l'occupazione del territorio, di ricostruirne la rete stradale, di studiare il ponte sul torrente Carapelle, l'acquedotto e l'antica necropoli. Alla luce di questi dati, è innegabile che molto resta da scoprire e che nel sottosuolo circostante esiste una intera città che aspetta di venire alla luce. Questo centro romano, che in tarda età repubblicana contava ben diecimila abitanti (non pochi per l'epoca), durante la Seconda guerra punica vide il principe cartaginese Annibale trionfare due volte sulle truppe romane, nel 212 e nel 210 a.C. e, per la fedeltà alla Repubblica romana e per la slealtà mostrata ai cartaginesi, la città fu incendiata e distrutta per volere dello stesso Annibale. Solo dopo l'89 a.C. vi fu rifondato il Municipio romano e la successiva ricostruzione della via Traiana. Purtroppo l’intero parco archeologico oggi versa in condizioni di assoluto degrado, dopo anni di abbandono e di incuria.


Qualcosa, però, si sta muovendo, anche se molto lentamente e pare che, dopo anni di abbandono, gli scavi riprenderanno in breve tempo.
La novità più importante, che di fatto ha determinato lo sblocco di questa situazione vergognosa, è costituita dall'acquisizione di parte della superficie, sulla quale si estende l'antica città, grazie a un esproprio. Infatti, per decenni l’area su cui sorgono le rovine era di proprietà privata: in questo modo potranno essere utilizzati i fondi destinati alla messa in sicurezza e alla disposizione della fruibilità del sito.
Le potenzialità che quest’area archeologica importantissima, che a ragione viene definita la Pompei della Puglia, sono enormi e possono costituire un volano per la crescita economica e culturale dell’intero comprensorio dei 5 Reali Siti, oltre che di Ordona.
Non solo, ma si vuole rendere Herdonia ciò che era fino al 2000, ovvero un luogo di studio per giovani archeologi provenienti da tutta Europa.
 La Pompei della Puglia attende anche la musealizzazione dei suoi numerosissimi reperti, ritrovati negli scavi a partire dal 1962 e quale migliore sede per una struttura così importante e presumo visitata, se non Ordona.