domenica 10 marzo 2013

RADIO LIBERE ORTESI

                                                                             
UN CAMMINO LUNGO 30 ANNI
     


Molti avvenimenti e situazioni avvenuti in passato ad Orta Nova o sono sconosciuti ai più giovani oppure tendono ad essere rimossi e dimenticati, senza sapere che essi costituiscono un patrimonio comune che è sempre bene custodire, specialmente in questi tempi difficili per la città, tempi in cui il disinteresse per le cose, l'apatia e l'aridità culturale stanno caratterizzando la vita della nostra comunità.  Nella ricca tradizione ortese (appartenente ahimè a un passato remoto!), un posto di riguardo senza dubbio è riservato al capitolo delle radio private e a tutti coloro che sono stati gli artefici e i protagonisti di quell’avventura. Il viaggio inizia negli anni ’70 e precisamente nel maggio 1976, periodo in cui la neonata Radio Orta Nova A1 iniziava le prove tecniche di trasmissione. Il 22 aprile del 1977 iniziò la programmazione ufficiale, che esordì con la brillante ed inconfondibile voce di Antonio Lo Popolo, successivamente conosciuto con il nomignolo di “nonnino”, che salutava tutti gli ortesi in ascolto. Il grande artefice di quel pioneristico progetto fu l’editore Mimmo Aghilar, vero “veggente” e precursore dell’emittenza privata cittadina e provinciale, anticipatore di un fenomeno che di lì a poco avrebbe manifestato tutta la sua potenza esplosiva. Di anni ne sono passati, e a testimonianza di quella brillante epoca ci sono le decine di voci amiche che si sono succedute alla consolle della prima radio ortese. Come non ricordare Rocco Di Meo, che con il suo “Dischi a gettone”, era campione di ascolti? E poi, Nicola Goffredo, in coppia con Imma Iorio, che conducevano un seguitissimo e completo notiziario, Teresa Di Gianni, Angelo Colucci, Antonio Delli Santi, Gianni Cuconato, Michele Lacerenza, Saverio Ladogana, Lino Marseglia (Stracci Uniti), Tina Ferrante, l’avvocato Mimmo Trabacco, con uno spazio dedicato alla poesia, senza dimenticare le decine di altri nomi che si sono succeduti nel corso degli anni e che hanno accompagnato la radio fino al trasferimento a Foggia. Quello che salta subito all'occhio dell'attento osservatore è il palinsesto della programmazione, che era piuttosto articolato, fatto sì di musica, in tutte le salse, ma non mancavano tribune politiche, approfondimenti giornalistici, informazioni, rubriche e curiosità sulle più svariate tematiche. Era il segno dei tempi, quando le prospettive di crescita culturale della città erano alte! Nel 1978 nacque la seconda radio cittadina, ossia Radio TRS, per definizione più alternativa e meno istituzionale rispetto alla "sorella maggiore" Radio Orta Nova. La sua programmazione era fatta soprattutto di cantautorato impegnato, rock progressive, funky e disco music, che in quegli anni era di grande ascolto, grazie soprattutto all’apporto di Donato Antonacci, Beppe Bottos e Nuccio Greco, uno dei fondatori.                                                                                   



Nel dicembre 1979 prese il via l'attività di Radio Gamma, che si rivelò vera e propria fucina di nuovi speaker, tra i quali mi piace annoverare Gino Martino, Pino Balestrieri ( che ha collaborato alla stesura di questo articolo) e, presenza insolita, il filosofo ortese Matteo Rinaldi, diviso tra musica classica e poesia. Nel 1986 fece il suo esordio nell’etere Radio Sole, che, a conferma del suo nome, portò gioia e allegria nelle case degli ortesi, ma che dopo breve vita, finì col tramontare inesorabilmente! Nel 1987, sempre ad opera del solito Nuccio Greco, nacque quella che fu, in ordine cronologico,  l’ultima radio locale di Orta Nova, Radio Club Azzurra, che suo malgrado si trovò a combattere contro i grandi e ricchi network nazionali ( che si stavano rapidamente diffondendo): un bel progetto romantico e visionario, purtroppo destinato a soccombere sotto il peso dello strapotere delle radio a diffusione nazionale. Con l'estinzione delle piccole realtà locali, negli anni si è assistito sempre più a una certa omologazione delle proposte e dei gusti musicali, al venir meno di quella che era un' identità territoriale importante, in quanto le piccole emittenti erano pur sempre vicine alle diverse realtà cittadine e ad un ascolto più attivo e coinvolgente, in quanto si percepiva la vicinanza di quelle che erano vere e proprie "voci amiche". Questa memorabile storia di piccola emittenza rimane patrimonio culturale, del quale non tutti sono a conoscenza, reperto di un epoca di grande iniziativa e vivacità che hanno fatto di Orta Nova felice testimone di 30 anni meravigliosi e irripetibili. Concludendo, mi chiedo tra trenta o quaranta anni, i nostri figli o i nostri nipoti di cosa parleranno, quando si farà riferimento a Orta Nova ?!!
 

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