giovedì 12 febbraio 2015

Lo sapevi che…..

il 12 giugno 2007, in occasione delle celebrazioni della festa patronale di Sant’Antonio da Padova, fu organizzata una rassegna di pittura estemporanea dedicata alla città di Orta Nova, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Foggia.  L’iniziativa fu promossa dall’Associazione Culturale  L’Ortese,  con l’intento di valorizzare l’intero nucleo storico della nostra città. Si contarono una dozzina di  giovani pittori che a scelta si posizionarono in diversi punti del centro cittadino, a seconda della personale prospettiva dalla quale volevano catturare un aspetto saliente,  riconducibile alla storia e alla tradizione di Orta Nova. Il risultato fu un ritratto variegato, attento e molto interessante che questi giovani artisti hanno tracciato, col decisivo valore aggiunto di una visione alquanto obiettiva e depurata dalla consuetudine, scevra da ogni forma di pregiudizio socio-culturale, tipici delle persone estranee ad un certo contesto. Essi hanno catturato la luce, la prospettiva e l’importanza delle cose che a noi residenti sfuggono,  presi come siamo dalla “normalità” di chi quelle stesse cose le vede ogni giorno, senza farci caso e senza attenzione a ciò che ci circonda. Ogni artista ha adottato la propria concezione e la propria tecnica pittorica per poter raffigurare i simboli di Orta Nova. Si andava da un Sant’Antonio pop, multicolore, con tecnica a colore acrilico su tela, a rappresentazioni futuriste di Orta Nova, ad olio su tela, dalle severe mura del Palazzo Gesuitico e le Chiese, alla statua bronzea di Sant’Antonio, nella villetta, dalle reminiscenze impressioniste; da un tralcio di vigna, rappresentato col dinamismo tipico del Boccioni,  passando per il "Canalone", con disegni a matita carbone e sanguigna su cartoncino. In molti casi, gli artisti sparsi per tutto il centro storico hanno impiegato diverse ore a completare l’opera, sino al tardo pomeriggio, cosa che ha favorito una diffusa interazione con i residenti, molto interessati a quegli “strani forestieri”, ai quali volentieri veniva offerta ogni sorta di bevande e di derrate alimentari.





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